EDITORIALE
QUALE STRADA
Abbonamenti in edicola, piatto indigesto come il cianuro ad un moribondo
di Giuseppe Marchica
La frittata è fatta, e il piatto indigesto viene offerto alla rete di vendita, come si offre un tazza di cianuro ad un moribondo, per alleviarne le sofferenze.
“noi abbiamo detto No e continueremo a dire NO, perché questa rete di vendita ha estremo bisogno di non continuare a perdere reddito ogni giorno, e di ritornare ad un livello di reddito superiore di almeno un 25% rispetto all’attuale”
Noi abbiamo detto No, per le mille ragioni che abbiamo espresso nei documenti pubblicati, e continueremo a dire NO, perché questa rete di vendita ha estremo bisogno di non continuare a perdere reddito ogni giorno, e di ritornare ad un livello di reddito superiore di almeno un 25% rispetto all’attuale.
Qui vogliamo solo riportare una considerazione che è la seguente.
Secondo dati ADS, nell'intero 2011 il totale abbonamenti dei quotidiani, è pari a circa 416.000 copie medie. Se teniamo conto che quasi la metà sono già appoggiate alle edicole, e se consideriamo che comunque una parte continueranno a rimanere abbonamenti postali, nella migliore delle ipotesi, si sposteranno in edicola 100/150mila copie, che diviso le 33.000 edicole significa che si sta parlando di 3-4 copie medie ad edicola.
“si sta creando una frattura così profonda, per 3-4 copie al 10%?”
Si sta creando una frattura così profonda, per 3-4 copie al 10%?,
Cosa potevamo fare?
“il Sinagi, e altre tre Organizzazioni, hanno detto NO”
Firmare quell’accordo, per una pacca sulla spalla dalla Fieg, e avere la rivolta dei Rivenditori che si sarebbero sentiti traditi, avere anche un po’ di tessere stracciate, giustificare il tutto come necessario per portare qualche cliente in più in edicola, e vivacchiare così ancora per qualche anno, tanto poi ci si dimentica, ci sono cambi gestione e tutto finisce nel dimenticatoio
Forse questa era una strada molto facile.
Il Sinagi, e altre tre Organizzazioni, hanno detto NO
Si poteva dire NO, fare un po’ di baccano, strepitare in qualche assemblea alzando la voce contro un accordo velenoso, che avrebbe avuto l’effetto di far saltare l’aggio contrattuale e instaurare un nuovo sistema.
Questo comportamento, avrebbe poi dato, all’eventuale nuovo accordo nazionale, la possibilità di recuperare, con qualche contentino, un po’ delle perdite subite, per poter dire che è stato raggiunto un grande risultato nell’aver recuperato così, una parte di quello che si era gentilmente omaggiato con gli abbonamenti.
“noi non siamo così, siamo una Organizzazione Sindacale consapevole dei danni permanenti che accordi di quel tipo, portano alla rete di vendita”
Poi tutti si ci si mette a pensare alle feste, al Natale, al Capodanno, ci si dimentica per un po’ degli accordi fatti, e dopo lo strepitio, tutto torna nel silenzio, e un giorno, dopo uno o sei mesi, avremmo potuto dire che ci avevamo provato, che ci eravamo opposti, che questo era il meglio possibile, e che abbiamo la coscienza a posto.
Una strada tutto sommato facile anche questa, che si sarebbe conclusa con pacca sulla spalla dalla Fieg, perché comunque l’operazione dimezzamento dell’aggio era andato a buon fine, anche se con un po’ di proteste della parte più “calda” dei Rivenditori, che avrebbero capito il gioco e si sarebbero sentiti ugualmente traditi dal loro Sindacato.
Noi non siamo così, siamo una Organizzazione Sindacale consapevole dei danni permanenti che accordi di quel tipo portano alla rete di vendita, quindi andremo avanti, anche sotto le feste, e anche dopo, perché non si paghino i prezzi altissimi che si corre il rischio di pagare.
Il nostro Sindacato vuole instaurare rapporti chiari e trasparenti con tutti, perché è l’unica strada che conosce, per rispettare tutti, ed essere rispettati da tutti, anche quando non si è d’accordo.
E adesso che facciamo?
“E adesso che facciamo? Abbiamo lanciato una raccolta di firme”
Le assemblee che si sono tenute in gran parte dell’Italia, e ce ne sono molte altre che si terranno in questi giorni, mentre questo giornale va in stampa, hanno detto una cosa, che i Rivenditori ci sono.
Noi forse in qualche zona del nostro Paese, negli anni passati, abbiamo fatto qualche errore, abbiamo perso l’abitudine a parlare con i Rivenditori, certo ci sono mille ragioni e tutte vere, ma forse abbiamo fatto un’assemblea in meno, una chiacchierata in meno col singolo collega. Oggi, quello che si sta facendo in ogni piazza, faticoso si, ma con tante soddisfazioni, sta riportando più fiducia nel nostro lavoro, e sta portando i Rivenditori più dentro i problemi collettivi e più pronti a dare una mano, per l’affermazione dei propri diritti.
Abbiamo lanciato una raccolta di firme, che ci riporta a contatto con ogni singolo collega, a parlare con ognuno per spiegare le ragioni dei nostri no, e dei nostri si, avere una firma, che diventa un impegno morale per tutti.
“una firma, che diventa un impegno morale per tutti”
E faremo certamente altre cose, altre forme di protesta e di pressione.
Ma la nostra azione, non può fermarsi a contrastare il dimezzamento dell’aggio sugli abbonamenti.
Dobbiamo costruire un percorso, che ci porti a rinnovare l’accordo nazionale e non solo.
“costruire un percorso, che ci porti a rinnovare l’accordo nazionale e non solo… avviare il confronto con l’
Dobbiamo partire ad esempio dall’avviare il confronto con l’
Nel passato, forse abbiamo trascurato molto, troppo, il rapporto diretto con l’Uspi, ed è stato un errore che dobbiamo recuperare rapidamente, anche perché da questa Associazione e dai suoi editori, può arrivare quell’ossigeno necessario alla categoria, oltre che riconoscere loro un ruolo che in effetti hanno già, che tutti conoscono, ma che noi, colpevolmente abbiamo minimizzato per il passato.
“riaprire il confronto coi Distributori Locali, che pagano la crisi quanto noi”
E dobbiamo anche riaprire il confronto coi Distributori Locali, che pagano la crisi quanto noi, e con cui è opportuno trovare il modo di lavorare comune, alla ricerca di soluzioni comuni, e non importa se qualcuno di essi ha comportamenti scorretti e vessatori, questi vanno isolati e denunciati, anche per non creare inutili calderoni con dentro tutti, e per rispetto della stragrande maggioranza dei DL che soffrono la crisi quanto Noi, e che sono anche loro seriamente alla ricerca di soluzioni adeguate.
Ma tutto questo lo abbiamo già ripetutamente scritto, adesso occorre passare ai fatti.
Nell’augurare a tutti, di trascorrere le festività, nel modo più sereno possibile, l’impegno che assumiamo, è proprio questo, quello di fare.
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