EDITORIALE

IL TEATRO DEI PUPI

di Giuseppe Marchica

 

A volte mi chiedo se la sorte di questa categoria interessi davvero tutti, e la risposta che viene da darmi è sempre più sconvolgente.

L’impressione è che la filiera sia popolata da strani personaggi, probabilmente marziani. Nel loro pianeta magari tutto funziona alla perfezione, ma qui sulla terra, loro stessi non capiscono cosa dicono e cosa fanno, o forse fingono e sono in perfetta malafede.

Magari fanno i marziani per evitare che gli altri capiscano le loro vere parole e soprattutto le loro vere azioni.

Ci sono distributori nazionali, che hanno avuto ed hanno, seppure in diminuzione costante, un potere immenso dentro la filiera, che continuano a giocare con accorpamenti di aree di distribuzione e con chiusure di distribuzioni locali, ed ogni volta tentano di scaricare sugli edicolanti, una parte dei loro problemi economici.

Il Sinagi chiede da anni un tavolo di confronto permanente per pianificare i comportamenti, ed evitare le solite conflittualità che nascono ogni volta che i passaggi di un’area da un DL ad un altro non è pianificato tra DL e Sindacato, ovviamente per la parte inerente le questioni che riguardano i rivenditori.

Eppure quei distributori nazionali, non trovano di meglio che affermare che se l’editoria va male è colpa di edicole e distribuzioni locali probabilmente perché non svolgono con professionalità il loro lavoro.

Qualcuno di questi distributori nazionali, dovrebbe vergognarsi per quello che dice, e ammettere la propria totale incapacità ad affrontare le crisi, incapacità perfino a confrontarsi e accettare le richieste di incontri che da anni inutilmente gli vengono rivolte. Forse i DN, non hanno ancora capito fino in fondo che il loro potere è in forte discussione, e che più si rafforzano e ingrandiscono le distribuzioni locali, e più loro perdono “influenza”, e che andando avanti con ulteriori accorpamenti di aree come si sente dire, finiranno per diventare marginali e poi inutili, almeno qui sulla terra, su Marte magari no.

I problemi economici dei DL sono problemi seri che vanno affrontati con attenzione, l’idea di offrire vino a chi è ubriaco per farlo riprendere dopo una terapia shock, è una sciocchezza insensata, e presto tutta la filiera ne subirà le conseguenze, occorre ben altro, c’è bisogno di soldi e di mettere tutti gli operatori in condizione di economicità. Andare avanti così è profondamente sbagliato, anche perché con la nuova legge, molti DL non potranno più fare cassa con fantomatici servizi a pagamento offerti (obbligatoriamente) agli edicolanti.

Gli editori sono altrettanto incomprensibili nei loro linguaggi e comportamenti, non è dato di capire se hanno interesse a vendere giornali e riviste, o se basta loro pubblicare le proprie testate anche senza venderle. Fanno strani discorsi, ci raccontano che su Marte gli edicolanti sono tutti professionali, espongono bene le riviste, e poi scaduto il periodo di permanenza, restituiscono su richiamo l’invenduto, e non hanno le edicole intasate da altri prodotti e/o merceologie.

Invece sulla terra è tutto diverso e in edicola si trova di tutto, un guazzabuglio di cose strane che oscurano le loro riviste. Chissà mai perché.

Firmano protocolli con l’Anci in cui si ergono a difensori della professionalità degli edicolanti che per non distrarla (la professionalità) con altre merci, la concentrano su servizi a basso valore aggiunto e del tutto marginali sul piano economico, esaltando in cambio in questi protocolli la liberalizzazione dei punti vendita. I marziani vivono di aria e gloria, purtroppo i terrestri hanno anche altre necessità, portare via i clienti dalle edicole per spostarli dai panettieri, non risolve i problemi economici degli edicolanti, e nemmeno degli editori, ma questo fatto, per quegli editori che vivono su Marte è difficile comprenderlo ed è altrettanto difficile comprenderlo per quelli che stanno sulla Terra e vivono con soldi pubblici.

Invece non è difficile capire che se nelle edicole (e nel resto della filiera) non arrivano soldi freschi, il sistema collassa, tutto il sistema muore.

Abbiamo aspettato a scrivere la presente nota, sperando di raccontare gli incontri per il rinnovo dell’Accordo Nazionale, purtroppo come nei migliori teatrini i colpi di scena sono all’ordine del giorno, e non ci è possibile raccontare progressi di trattative. Ci asteniamo dal dare giudizi sui ruoli e i comportamenti al tavolo tra editori e sindacati dei giornalai, ma l’amarezza ci ha fatto venire in mente quei teatri dei Pupi Siciliani, teatri purtroppo in via di estinzione in cui si raccontavano le storie lontane della Gerusalemme Liberata, ma anche quelle più recenti del bandito Giuliano, tra colpi di scena e la voglia di essere IL protagonista dei vari Pupi sul palco, e la gente seduta di fronte ad ascoltare i rumori di epiche battaglie ad applaudire e/o indignarsi a seconda di quanto succedeva lungo il racconto, tra duelli all’ultimo sangue e storie d’amore.

A volte la conclusione era il trionfo dei Pupari con grandi e prolungati applausi, altre volte erano ortaggi da spettatori indignati.

Non sappiamo chi siano i Pupari e chi i Pupi, ma noi siamo indignati perché non si può giocare sull’attività di decine di migliaia di edicolanti e crediamo sia giunta l’ora di smetterla di raccontare storie, lasciamole ai teatri, le raccontano meglio, e lì hanno un senso. Per noi invece il tempo è scaduto per questo il Sinagi metterà sul tavolo una proposta innovativa: la via è stretta, ma si può ancora percorrere.

 

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