EDITORIALE

 

SCHIAVI MAI

 

LETTERA APERTA A TUTTI I DIRIGENTI DEL SINAGI

 

di Giuseppe Marchica

 

 

Cari colleghi

 

La situazione economica degli edicolanti è sempre più grave.

Alle aperture positive e interessanti fatte dal Governo rispondono le totali chiusure da parte degli editori.

Anzi, peggio.

Viviamo in un settore opaco, dove la trasparenza è ritenuta un optional inutile, dove la parte editoriale e della distribuzione nazionale della filiera, invece di aiutare le edicole le vogliono affossare completamente, attraverso rifiuti di rinnovare l’accordo nazionale in modo decente, e attraverso ignobili sottrazioni di denaro alle edicole, non riconoscendo deliberatamente il dovuto sulle compieghe, e rubacchiando soldi sui numeri uno delle testate,  e quando li si invita a riconoscere quanto previsto dagli accordi, danno motivazioni vergognose.

Si fanno manifestazioni pubbliche per la libertà di stampa che noi condividiamo, ma quale libertà può esistere se poi nel concreto si cancella la rete di vendita?

 

“gli editori vogliono degli schiavi”

 

Gli editori vogliono degli schiavi.

E quando un Sindacato, che qualcuno ha definito operaista, come se fosse un’offesa, alza la voce, tenta di dare inizio ad azioni di protesta, immediatamente lor signori mandano avanti le loro seconde linee, con telefonate in cui chiedono chiarimenti, ma che in realtà sembrano avvertimenti di tipo mafioso.

 

“E’ arrivato il momento di alzare la voce, di urlare in faccia a questa gente che gli edicolanti  non sono i loro schiavi”

 

Cari Colleghi

E’ arrivato il momento di alzare la voce, di urlare in faccia a questa gente che gli edicolanti  non sono i loro schiavi, che non sono al loro servizio a prescindere, che non sono più disponibili ad accettare di compiegare gratis decine di inserti su cui loro guadagnano molti soldi, che non sono più disponibili a lavorare ore per guadagnare una miseria vendendo testate che costano pochi centesimi, tanto loro ripianano con i soldi della pubblicità e con i soldi pubblici che sono anche i nostri soldi.

Dobbiamo parlare con tutti gli edicolanti, raccontare come stanno le cose, cosa dicono gli editori, spiegare loro che dobbiamo fare tante cose,  fino ad arrivare alle manifestazioni nazionali e locali, e chiudere le edicole per protesta.

Dobbiamo ricordare a tutti che  per esempio il diritto di aprire e chiudere le edicole quando si vuole,  è un diritto di legge, che decidere se tenere prodotti irregolari o in eccesso, è un diritto dato dalla legge.

Dobbiamo anche cominciare a mettere cartelli in edicola con scritto:

Basta finanziare le case editrici con soldi pubblici.

E dobbiamo continuare a chiedere al Governo e al Parlamento che si aiuti la parte finale della filiera editoriale, distribuzioni locali ed edicole, ma su questo abbiamo buone notizie dal Sottosegretario con delega all’editoria, Vito Crimi.

Qualcuno forse storcerà il naso per il fatto che nelle nostre rivendicazioni ci poniamo il problema anche della distribuzione locale, ma dobbiamo fare squadra, lavorare anche con loro per uscire dal pantano in cui ci hanno messo gli editori e i distributori nazionali, ma questo non vuol dire accettare i soprusi che qualche distributore fa nei confronti degli edicolanti, questi soprusi vanno denunciati apertamente, in qualche caso si tratta di ricatti veri e propri e come tali vanno appunto denunciati, la legge è dalla nostra parte.

Qualcuno ci dirà che questa lettera non è politicamente corretta, che un segretario non può scrivere in questo modo.

E invece può, e si può andare anche oltre.

 

Cari colleghi

Quest’anno non invierò una lettera per gli auguri di buone feste come ho fatto gli anni scorsi, questa è la lettera con i miei auguri, mettiamo tutto il nostro impegno, le nostre capacità per aiutare i giornalai, per dare loro una speranza”

 

Cari colleghi

Quest’anno non invierò una lettera per gli auguri di buone feste come ho fatto gli anni scorsi, questa è la lettera con i miei auguri, mettiamo tutto il nostro impegno, le nostre capacità per aiutare i giornalai, per dare loro una speranza. Nessuno ci regalerà nulla, dobbiamo lottare con tutte le nostre forze per ottenere quello di cui si ha assolutamente bisogno, non ci si può accontentare di qualche elemosina, non serve a nessuno e a niente,  è una battaglia difficile, durissima, ma dobbiamo farcela, se stiamo insieme, ce la possiamo fare.

Comunque auguro serene feste e buon lavoro a tutti.

 

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